Una frase ne vale diecimila (Yi ju ding yi wan ju 一句顶一万句) è un romanzo dello scrittore Liu Zhenyun pubblicato da L’Erma di Bretschneider (2024).
Traduzione di Patrizia Liberati.
Sull’opera
Definito anche “cento anni di solitudine cinese”, il romanzo segue le vicende di due personaggi, Yang Baishun e Niu Aiguo, rispettivamente prima e dopo la nascita della Nuova Cina. Sono entrambi uomini di poche parole e ancor meno amici, e le loro esistenze condividono la solitudine che è alla base della condizione umana. In una narrazione delle storie di tutti i giorni, l’autore ci ricorda l’importanza del dialogo e dell’ascolto, della comunicazione e dell’empatia, valori che sottendono ogni comunità, anche e soprattutto quella cinese.
Con grande umorismo e sensibilità, e una profonda conoscenza della società cinese in tutte le sue sfaccettature, l’autore ci offre un affresco di mille personaggi e una panoramica dell’animo umano. Il libro è una testimonianza della sua filosofia di vita espressa con parole semplici e attraverso una struttura narrativa complessa ma immediata.
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Informazioni sul romanzo e sull’autore sono disponibili sulla pagina dell’editore.